La notizia l’ha data il Tg3, insieme alle critiche perfino di Salvini (quello che voleva vagoni riservati sul Metrò, perché i milanesi non dovessero «contaminarsi» per il contatto fisico con gli altri italiani e, Dio ne scampi, addirittura con gli stranieri). E sembra che anche Maroni (quello che voleva prendere le impronte digitali ai bambini rom) sia contrario agli investimenti esteri del partito, non nuovo alle avventure finanziarie fallimentari. E chissà che cosa ne pensano i militanti nordisti con le corna sulla testa, simbolo del loro essere nemici di Roma, che ora si scoprono legati alle sorti di un Paese così a Sud. E non per motivi umanitari, che alla Lega sono estranei per statuto federale, ma per calcoli monetari probabilmente sbagliati.
O forse anche giusti, perché i soldi non hanno pregiudizi, nemmeno contro i leghisti, che sui pregiudizi hanno costruito un partito; anche se sono sempre disposti a venderli al miglior offerente (oppure al peggiore).