STRUMENTALIZZARE I BAMBINI A FINI POLITICI E' UN ATTO GRAVISSIMO!
Bibbiano, cosa è successo
dall’inizio a oggi
La ricostruzione punto per punto dei
fatti di Bibbiano. Le infamie politiche di M5S e il finanziamento alla onlus
Hansel e Gretel. Il Pd querela Di Maio.
Cosa è
successo a Bibbiano? Ricostruire la vicenda non è facile, in particolare se non
si sono lette le carte della Procura, così come gli atti difensivi. Come
scrive il sito Valigia Blu “Parlare di
questo caso, però, incontra un duplice limite, che pone delle questioni
rilevanti da un punto di vista etico e giornalistico. Innanzitutto si tratta di
una materia estremamente delicata, riguardante affidi familiari ed eventuali
abusi, in presenza di diversi minori. Il sensazionalismo dovrebbe lasciare il
posto alla cautela“.
Sono proprio
il sito Valigia Blu e il giornale online Il Post ad
avere ricostruito la vicenda in modo giornalisticamente corretto e basandosi
sui fatti finora emersi: è grazie al loro lavoro redazionale che proviamo anche
a noi a fare il punto sull’inchiesta e sugli effetti che l’inchiesta ha avuto
nel mondo politico italiano.
Bibbiano: l’indagine e l’accusa
Il 27 giugno
scorso i Carabinieri di Reggio Emilia danno il via all’operazione
denominata “Angeli e Demoni” e mettono agli arresti domiciliari 18
persone, tra cui il sindaco della città.
A guidare
l’inchiesta della magistratura c’è il gip Luca Ramponi, il quale emette
una ordinanza con accuse di vario genere frode processuale, depistaggio,
maltrattamenti su minori, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata
estorsione, abuso d’ufficio, peculato d’uso e lesioni gravissime.
La teoria
dell’accusa è che esista una sorta di “sistema Bibbiano” di gestione e
affidamento dei minori, con funzionari pubblici, assistenti sociali, medici e
psicologi – i quali a vario titolo e in vario modo gravitano attorno ai
servizi sociali dell’Unione Val d’Enza, consorzio di sette comuni in
provincia di Reggio Emilia – che abbiano manipolato le testimonianze dei
bambini così da sottrarli alle famiglie di origine per affidarli, dietro
pagamento, a famiglie di amici o conoscenti.
Negli ultimi
giorni il numero degli indagati è salito a 29 e le indagini andranno
avanti ancora per molti mesi e non si chiuderanno prima dell’autunno, ha
spiegato il procuratore capo di Reggio Emilia Marco Mescolini.
Il “sistema Bibbiano” secondo l’accusa
La
ricostruzione dei fatti la riprendiamo dal sito Valigia Blu: dalle
intercettazioni telefoniche sarebbe emerso come una frase riportata da un
bambino ai maestri di scuola o altri segnali potevano essere “comportamenti
interpretabili, e di fatto interpretati puntualmente dagli assistenti sociali e
psicologi indagati in termini di erotizzazione precoce“, si legge
nell’ordinanza.
Val la pena
approfondire meglio la questione delle intercettazioni raccolte dagli
investigatori negli scorsi mesi. Spiega Il Post che le
intercettazioni “dimostrerebbero come gli psicologi e gli assistenti sociali
avrebbero manipolato i bambini in modo da convincerli di aver subito abusi che
non avevano subito. Negli atti riportati dai giornali si legge che si sarebbero
verificate anche manipolazioni indirette con atti contraffatti, frasi riportate
in modo errato e attribuite ai bambini e almeno un disegno “corretto” da
uno degli psicologi per avvalorare la tesi degli abusi subiti. Bisogna
ricordare, però, che tutti questi argomenti sono stati presentati dall’accusa,
che non possono essere valutati in modo indipendente, che sono stati almeno in
parte già smentiti e non possono essere considerati “prove” (perché siano tali
dovranno essere sottoposti a contraddittorio, durante il processo). Inoltre
riguardano contesti molto delicati, che possono essere complicati da capire per
chi non si occupi di psicoterapia e di abusi su minori”.
A questo
punto, venivano inviate segnalazioni e relazioni all’Autorità Giudiziaria
Minorile e alla Procura della Repubblica del tribunale di Reggio Emilia, ma,
secondo l’accusa, queste segnalazioni e relazioni erano spesso stilate in modo
da manipolare ciò che realmente avevano dichiarato i bambini.
I bambini
segnalati venivano mandati in una struttura pubblica di Bibbiano, “La Cura”,
struttura gestita dalla onlus “Hansel e Gretel” di Moncalieri, un centro
studi diretto da Claudio Foti e da sua moglie, Nadia Bolognini, entrambi
psicoterapeuti.
Scrive Il Post: “Secondo le
accuse, una volta al centro i bambini sarebbero stati sottoposti a sedute di
psicoterapia e gli psicologi avrebbero ricevuto dal comune compensi di
circa 135 euro a seduta, “a fronte della media di 60-70 euro e nonostante il
fatto che l’Asl potesse farsi carico gratuitamente del servizio». Il danno
economico per l’Asl di Reggio Emilia e per l’Unione, secondo le indagini,
sarebbe quantificabile in 200mila euro“.
Chi sono
Claudio Foti e Nadia Bolognini? Foti, in particolare, è considerato uno dei
principali esperti in Italia di lavoro con bambini vittime di abusi, è autore
di diversi testi ed ha formato decine di altri psicoterapeuti.
Sia Foti sia
sua moglie sono indagati, ma Foti non è più agli arresti domiciliari. Il
tribunale del Riesame ha revocato, infatti, il provvedimento restrittivo nei
suoi confronti per la mancanza dei “gravi indizi di colpevolezza“. Foti,
parlando con i giornalisti, ha raccontato la sua versione dei fatti: “Non
sono un mostro, utilizzo una terapia basata sul rispetto empatico“.
Sono
indagati anche la dirigente dei servizi sociali dell’Unione Val D’Enza
Federica Anghinolfi e l’assistente sociale Francesco Monopoli, che avrebbero
gestito tutto il sistema di affido illecito dei bambini.
Il ruolo del sindaco e il fango dei 5 Stelle
Indagato
pure il sindaco Andrea Carletti, il quale, però, non c’entra con i crimini
contro i minori: l’indagine a suo carico, infatti, è per abuso d’ufficio e
falso. Avrebbe “omesso di effettuare una procedura a evidenza pubblica per
l’affidamento del servizio di psicoterapia che aveva un importo superiore a
40mila euro“, procurando intenzionalmente “un ingiusto vantaggio
patrimoniale al centro studi Hansel e Gretel“.
Il
procuratore di Reggio Emilia Marco Mescolini ha specificato che il sindaco non
ha nessun ruolo in quella parte dell’inchiesta che riguarda l’affido dei
minori. Quello che gli viene contestato è la violazione delle norme
sull’assegnazione dei locali dove si svolgevano le sedute terapeutiche.
Mescolini ha specificato di non
credere che ci sia stata una «copertura politica» da parte di Carletti nel caso
degli affidi, e ha aggiunto che “sotto inchiesta non c’è il sistema dei
servizi: sotto inchiesta ci sono delle persone“.
Carletti,
infatti, in concorso con Anghinolfi, nel 2016 avrebbe assegnato la gestione del
centro “La Cura” a Foti benché, come emergerebbe dalle carte dell’inchiesta, la
referente del servizio di neuropsichiatria infantile della Asl di Montecchio
Emilia avesse detto che non c’era bisogno di rivolgersi agli psicologi del
centro Hansel e Gretel, specificando che nella stessa Asl di Reggio Emilia
c’erano figure professionali in grado di gestire i bambini segnalati dai
servizi sociali.
Le strumentalizzazioni politiche, la superficialità di
analisi
In queste
ore anche Laura Pausini e Nek sono intervenuti per chiedere che
di Bibbiano si parli, avvalorando così una sorta di testi complottista del
“silenzio dei media”. In realtà basta sfogliare un giornale, aprire un social o
uno qualsiasi dei siti web di informazione per scoprire che la vicenda del
comune emiliano è una di quelle di cui si parla di più, anche se nessuna
sentenza di colpevolezza è stata emessa e le indagini sono ancora in corso.
L’intervento
della Pausini e di Nek, i quali sono evidentemente troppo impegnati nei loro
tour per seguire ciò che succede nel mondo dei comuni mortali, è stato
analizzato con attenzione dal giornalista Simone Cosimi su Wired.
Scrive Cosimi:
… prima ci
vuole corretta informazione. Quella che voi purtroppo non avete cercato né
ricevuto, in questi giorni. E questo dispiace molto perché una vostra parola
vale molto e sarebbe stato bello se fosse stata spesa magari per condividere un
articolo documentato sul caso.
L’informazione,
bisogna aggiungere, che moltissime testate stanno invece facendo ma che
l’intossicazione da social network – guidata e al contempo confortata
dall’orrore politico – insabbia perché interessata a veicolare un altro
messaggio. E cioè non solo che siano tutti colpevoli ma anche che il cervello
della macchinazione sia da individuare in quell’esponente del Pd e quindi
automaticamente nell’intero partito nazionale. Quando, se proprio vogliamo
dirla tutta, l’associazione Hansel e Gretel degli psicoterapeuti coinvolti
nell’indagine ha ricevuto finanziamenti dal Movimento 5 stelle Piemonte e la
difesa di una delle principali accusate è in mano a un’esponente locale di
spicco dei pentastellati. Nessuno, tuttavia, si sognerebbe per questo di definire
il Movimento 5 stelle come Movimento di Bibbiano o di usare hasthtag come
#PDofili e simili. Raccogliendo sotto quelle etichette accuse, allusioni,
parole e immagini stomachevoli che ancora prima che infamanti non hanno alcun
senso giudiziario, logico e politico.
Bibbiano e le infamie politiche
In questa
vicenda le ipotesi di accusa, gli atti giudiziari sono stati sin dall’inizio
adoperati dalla politica come puro pretesto per attaccare gli avversari.
Il Giornale, ad esempio, ha collegato l’indagine di Bibbiano con la vicenda della Sea-Watch e la capitana Carola Rackete, e immediatamente lo spunto è stato colto e pubblicizzato da Matteo Salvini in questo modo:
Il Giornale, ad esempio, ha collegato l’indagine di Bibbiano con la vicenda della Sea-Watch e la capitana Carola Rackete, e immediatamente lo spunto è stato colto e pubblicizzato da Matteo Salvini in questo modo:
Il peggiore
è stato il leader dei grillini, il vice presidente del Consiglio Di Maio.
Il coinvolgimento del sindaco nell’inchiesta è diventato un pretesto
per azionare quella macchina del fango comunicativa di cui i grillini sono ben
esperti.
Di Maio ha definito il Pd “il
partito di Bibbiano“, benché, come rimarcato dagli stessi investigatori, il
Pd non c’entri nulla e la posizione del sindaco Carletti non abbia nulla a che
fare con l’affido dei minori. Prima su Rai Uno e poi nelle sue dirette Facebook Di
Maio, convinto d’essere al di sopra di tutto grazie alla sua immunità
parlamentare, ha definito il Pd il “partito “toglie i bambini alle famiglie
con l’elettroshock” allo scopo di “venderli”.
Il Pd ha querelato Di Maio. Il grillino rinuncerà
all’immunità parlamentare?
Nei giorni
scorsi il Pd ha querelato Di Maio per
diffamazione: “Le dichiarazioni demenziali del Vicepremier Di Maio
– hanno spiegato i dem in una nota – il quale collega l’identità del
Pd alle vicende drammatiche relative all’inchiesta sui minori che coinvolge il
comune di Bibbiano, confermano solo il livello di disperazione di un
personaggio che ha fallito il suo obiettivo e scarica la sua bile sugli
avversari politici. Non solo da subito abbiamo denunciato la gravità dei fatti
portati alla luce dall’inchiesta della Procura di Reggio Emilia ma è fin troppo
ovvio che, qualsiasi sia l’esito dell’indagine rispetto alle responsabilità di
un sindaco accusato di abuso d’ufficio, accostare a fatti gravissimi l’identità
del Pd è un atto irresponsabile e falso“.
“E’ Di Maio – conclude il Pd – con il suo atteggiamento sprezzante, volgare e ottuso che strumentalizza e utilizza una vicenda drammatica che dovrebbe tenere unite tutte le istituzioni. Ma questo comportamento è solo l’ennesima conferma della pochezza di alcuni individui che stanno governando l’Italia. Il Pd ha dato mandato ai propri legali di sporgere querela per diffamazione e richiesta di risarcimento danni in sede civile“.
“E’ Di Maio – conclude il Pd – con il suo atteggiamento sprezzante, volgare e ottuso che strumentalizza e utilizza una vicenda drammatica che dovrebbe tenere unite tutte le istituzioni. Ma questo comportamento è solo l’ennesima conferma della pochezza di alcuni individui che stanno governando l’Italia. Il Pd ha dato mandato ai propri legali di sporgere querela per diffamazione e richiesta di risarcimento danni in sede civile“.
Il finanziamento 5 Stelle alla Onlus Hansel e Gretel
Non solo,
ma, come già evidenziato su Wired, la onlus Hansel e Gretel, al centro
dell’accusa nell’inchiesta di Bibbiano, era stata individuata dal Movimento 5
Stelle quale destinataria di un cospicuo finanziamento. A rivelarlo è stato un
servizio di Nextquotidiano: “…
Quello che però Di Maio non sa è che proprio la Onlus Hansel e Gretel è stata
destinataria di una donazione da parte del MoVimento 5 Stelle Piemonte, che lo
ha annunciato il 24 maggio 2019:
“Oggi
consegniamo 195mila euro ad undici Associazioni di volontariato che, ognuna nel
proprio settore, contribuiscono a migliorare la nostra Regione: Banco
Alimentare, Fondazione Operti, Centro Studi Hansel e Gretel, Caritas, Società
Meteorologica Italiana, Protezione Civile Coordinamento Piemonte, AIDO – Donatori
organi, Unitrè Piemonte e ALMM – Lotta Malattie Mentali, CPD – Consulta persone
in difficoltà, DIAPSI Piemonte”.
Specifica,
inoltre, Nextquotidiano: “va registrato che la Onlus all’epoca della
donazione da parte del M5S era già stata chiamata in causa dall’inchiesta
Veleno di Pablo Trinca“.
Bibbiano e la consigliera M5S che si dimette per
difendere un’indagata
Un altro
elemento che sembra sfuggire a Di Maio è che la consigliera comunale
M5S a Reggio Emilia Rossella Ognibene (e già candidata
sindaca grillina) si è dimessa dal suo ruolo istituzionale per difendere una
delle indagate nel caso Bibbiano: Federica Anghinolfi.
Osserva il
sito Giornalettismo:
“Una decisione, quella di Rossella Ognibene, legittima: le indagini,
infatti, sono ancora a una fase iniziale e – nonostante Di Battista abbia già
pronto un libro sul caso scoppiato meno di un mese fa – il suo lavoro
di avvocato l’ha portata a prendere le difese di una delle accusate in questa
dolorosa e lunga inchiesta partita dall’inchiesta ‘Angeli e Demoni’.
Insomma, una politica del Movimento 5 Stelle che diventa la rappresentante
legale di una delle accusate del caso Bibbiano fa riflettere molto sulla
strumentalizzazione fatta dagli stessi pentastellati -in particolare dal loro
leader – contro il Partito Democratico“.