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giovedì 1 agosto 2019

Bibbiano, cosa è successo dall’inizio a oggi


 STRUMENTALIZZARE I BAMBINI A FINI POLITICI E' UN ATTO GRAVISSIMO!

Bibbiano, cosa è successo dall’inizio a oggi


La ricostruzione punto per punto dei fatti di Bibbiano. Le infamie politiche di M5S e il finanziamento alla onlus Hansel e Gretel. Il Pd querela Di Maio.

Cosa è successo a Bibbiano? Ricostruire la vicenda non è facile, in particolare se non si sono lette le carte della Procura, così come gli atti difensivi. Come scrive il sito Valigia Blu “Parlare di questo caso, però, incontra un duplice limite, che pone delle questioni rilevanti da un punto di vista etico e giornalistico. Innanzitutto si tratta di una materia estremamente delicata, riguardante affidi familiari ed eventuali abusi, in presenza di diversi minori. Il sensazionalismo dovrebbe lasciare il posto alla cautela“.

Sono proprio il sito Valigia Blu e il giornale online Il Post ad avere ricostruito la vicenda in modo giornalisticamente corretto e basandosi sui fatti finora emersi: è grazie al loro lavoro redazionale che proviamo anche a noi a fare il punto sull’inchiesta e sugli effetti che l’inchiesta ha avuto nel mondo politico italiano.
Bibbiano: l’indagine e l’accusa

Il 27 giugno scorso i Carabinieri di Reggio Emilia danno il via all’operazione denominata “Angeli e Demoni” e mettono agli arresti domiciliari 18 persone, tra cui il sindaco della città.

A guidare l’inchiesta della magistratura c’è il gip Luca Ramponi, il quale emette una ordinanza con accuse di vario genere frode processuale, depistaggio, maltrattamenti su minori, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, abuso d’ufficio, peculato d’uso e lesioni gravissime.

La teoria dell’accusa è che esista una sorta di “sistema Bibbiano” di gestione e affidamento dei minori, con funzionari pubblici, assistenti sociali, medici e psicologi – i quali a vario titolo e in vario modo gravitano attorno ai servizi sociali dell’Unione Val d’Enza, consorzio di sette comuni in provincia di Reggio Emilia –  che abbiano manipolato le testimonianze dei bambini così da sottrarli alle famiglie di origine per affidarli, dietro pagamento, a famiglie di amici o conoscenti.

Negli ultimi giorni il numero degli indagati è salito a 29 e le indagini andranno avanti ancora per molti mesi e non si chiuderanno prima dell’autunno, ha spiegato il procuratore capo di Reggio Emilia Marco Mescolini.
Il “sistema Bibbiano” secondo l’accusa

La ricostruzione dei fatti la riprendiamo dal sito Valigia Blu: dalle intercettazioni telefoniche sarebbe emerso come una frase riportata da un bambino ai maestri di scuola o altri segnali potevano essere “comportamenti interpretabili, e di fatto interpretati puntualmente dagli assistenti sociali e psicologi indagati in termini di erotizzazione precoce“, si legge nell’ordinanza.

Val la pena approfondire meglio la questione delle intercettazioni raccolte dagli investigatori negli scorsi mesi. Spiega Il Post che le intercettazioni “dimostrerebbero come gli psicologi e gli assistenti sociali avrebbero manipolato i bambini in modo da convincerli di aver subito abusi che non avevano subito. Negli atti riportati dai giornali si legge che si sarebbero verificate anche manipolazioni indirette con atti contraffatti, frasi riportate in modo errato e attribuite ai bambini e almeno un disegno “corretto” da uno degli psicologi per avvalorare la tesi degli abusi subiti. Bisogna ricordare, però, che tutti questi argomenti sono stati presentati dall’accusa, che non possono essere valutati in modo indipendente, che sono stati almeno in parte già smentiti e non possono essere considerati “prove” (perché siano tali dovranno essere sottoposti a contraddittorio, durante il processo). Inoltre riguardano contesti molto delicati, che possono essere complicati da capire per chi non si occupi di psicoterapia e di abusi su minori”.

A questo punto, venivano inviate segnalazioni e relazioni all’Autorità Giudiziaria Minorile e alla Procura della Repubblica del tribunale di Reggio Emilia, ma, secondo l’accusa, queste segnalazioni e relazioni erano spesso stilate in modo da manipolare ciò che realmente avevano dichiarato i bambini.

I bambini segnalati venivano mandati in una struttura pubblica di Bibbiano, “La Cura”, struttura gestita dalla onlus “Hansel e Gretel” di Moncalieri, un centro studi diretto da Claudio Foti e da sua moglie, Nadia Bolognini, entrambi psicoterapeuti.

Scrive Il Post: “Secondo le accuse, una volta al centro i bambini sarebbero stati sottoposti a sedute di psicoterapia e gli psicologi avrebbero ricevuto dal comune compensi di circa 135 euro a seduta, “a fronte della media di 60-70 euro e nonostante il fatto che l’Asl potesse farsi carico gratuitamente del servizio». Il danno economico per l’Asl di Reggio Emilia e per l’Unione, secondo le indagini, sarebbe quantificabile in 200mila euro“.

Chi sono Claudio Foti e Nadia Bolognini? Foti, in particolare, è considerato uno dei principali esperti in Italia di lavoro con bambini vittime di abusi, è autore di diversi testi ed ha formato decine di altri psicoterapeuti.

Sia Foti sia sua moglie sono indagati, ma Foti non  è più agli arresti domiciliari. Il tribunale del Riesame ha revocato, infatti, il provvedimento restrittivo nei suoi confronti per la mancanza dei “gravi indizi di colpevolezza“. Foti, parlando con i giornalisti, ha raccontato la sua versione dei fatti: “Non sono un mostro, utilizzo una terapia basata sul rispetto empatico“.

Sono indagati anche la dirigente dei servizi sociali dell’Unione Val D’Enza Federica Anghinolfi e l’assistente sociale Francesco Monopoli, che avrebbero gestito tutto il sistema di affido illecito dei bambini.

Il ruolo del sindaco e il fango dei 5 Stelle

Indagato pure il sindaco Andrea Carletti, il quale, però, non c’entra con i crimini contro i minori: l’indagine a suo carico, infatti, è per abuso d’ufficio e falso. Avrebbe “omesso di effettuare una procedura a evidenza pubblica per l’affidamento del servizio di psicoterapia che aveva un importo superiore a 40mila euro“, procurando intenzionalmente “un ingiusto vantaggio patrimoniale al centro studi Hansel e Gretel“.

Il procuratore di Reggio Emilia Marco Mescolini ha specificato che il sindaco non ha nessun ruolo in quella parte dell’inchiesta che riguarda l’affido dei minori. Quello che gli viene contestato è la violazione delle norme sull’assegnazione dei locali dove si svolgevano le sedute terapeutiche.

Mescolini ha specificato di non credere che ci sia stata una «copertura politica» da parte di Carletti nel caso degli affidi, e ha aggiunto che “sotto inchiesta non c’è il sistema dei servizi: sotto inchiesta ci sono delle persone“.

Carletti, infatti, in concorso con Anghinolfi, nel 2016 avrebbe assegnato la gestione del centro “La Cura” a Foti benché, come emergerebbe dalle carte dell’inchiesta, la referente del servizio di neuropsichiatria infantile della Asl di Montecchio Emilia avesse detto che non c’era bisogno di rivolgersi agli psicologi del centro Hansel e Gretel, specificando che nella stessa Asl di Reggio Emilia c’erano figure professionali in grado di gestire i bambini segnalati dai servizi sociali.

Le strumentalizzazioni politiche, la superficialità di analisi

In queste ore anche Laura Pausini e Nek sono intervenuti per chiedere che di Bibbiano si parli, avvalorando così una sorta di testi complottista del “silenzio dei media”. In realtà basta sfogliare un giornale, aprire un social o uno qualsiasi dei siti web di informazione per scoprire che la vicenda del comune emiliano è una di quelle di cui si parla di più, anche se nessuna sentenza di colpevolezza è stata emessa e le indagini sono ancora in corso.

L’intervento della Pausini e di Nek, i quali sono evidentemente troppo impegnati nei loro tour per seguire ciò che succede nel mondo dei comuni mortali, è stato analizzato con attenzione dal giornalista Simone Cosimi su Wired.

Scrive Cosimi:

… prima ci vuole corretta informazione. Quella che voi purtroppo non avete cercato né ricevuto, in questi giorni. E questo dispiace molto perché una vostra parola vale molto e sarebbe stato bello se fosse stata spesa magari per condividere un articolo documentato sul caso.

L’informazione, bisogna aggiungere, che moltissime testate stanno invece facendo ma che l’intossicazione da social network – guidata e al contempo confortata dall’orrore politico – insabbia perché interessata a veicolare un altro messaggio. E cioè non solo che siano tutti colpevoli ma anche che il cervello della macchinazione sia da individuare in quell’esponente del Pd e quindi automaticamente nell’intero partito nazionale. Quando, se proprio vogliamo dirla tutta, l’associazione Hansel e Gretel degli psicoterapeuti coinvolti nell’indagine ha ricevuto finanziamenti dal Movimento 5 stelle Piemonte e la difesa di una delle principali accusate è in mano a un’esponente locale di spicco dei pentastellati. Nessuno, tuttavia, si sognerebbe per questo di definire il Movimento 5 stelle come Movimento di Bibbiano o di usare hasthtag come #PDofili e simili. Raccogliendo sotto quelle etichette accuse, allusioni, parole e immagini stomachevoli che ancora prima che infamanti non hanno alcun senso giudiziario, logico e politico.



Bibbiano e le infamie politiche

In questa vicenda le ipotesi di accusa, gli atti giudiziari sono stati sin dall’inizio adoperati dalla politica come puro pretesto per attaccare gli avversari.
Il Giornale, ad esempio, ha collegato l’indagine di Bibbiano con la vicenda della Sea-Watch e la capitana Carola Rackete, e immediatamente lo spunto è stato colto e pubblicizzato da Matteo Salvini in questo modo:

Il peggiore è stato il leader dei grillini, il vice presidente del Consiglio Di Maio. Il coinvolgimento del sindaco nell’inchiesta è diventato un pretesto per azionare quella macchina del fango comunicativa di cui i grillini sono ben esperti.

Di Maio ha definito il Pd “il partito di Bibbiano“, benché, come rimarcato dagli stessi investigatori, il Pd non c’entri nulla e la posizione del sindaco Carletti non abbia nulla a che fare con l’affido dei minori. Prima su Rai Uno e poi nelle sue dirette Facebook Di Maio, convinto d’essere al di sopra di tutto grazie alla sua immunità parlamentare, ha definito il Pd il “partito “toglie i bambini alle famiglie con l’elettroshock” allo scopo di “venderli”.

Il Pd ha querelato Di Maio. Il grillino rinuncerà all’immunità parlamentare?

Nei giorni scorsi il Pd ha querelato Di Maio per diffamazione: “Le dichiarazioni demenziali del Vicepremier Di Maio – hanno spiegato i dem in una nota –  il quale collega l’identità del Pd alle vicende drammatiche relative all’inchiesta sui minori che coinvolge il comune di Bibbiano, confermano solo il livello di disperazione di un personaggio che ha fallito il suo obiettivo e scarica la sua bile sugli avversari politici. Non solo da subito abbiamo denunciato la gravità dei fatti portati alla luce dall’inchiesta della Procura di Reggio Emilia ma è fin troppo ovvio che, qualsiasi sia l’esito dell’indagine rispetto alle responsabilità di un sindaco accusato di abuso d’ufficio, accostare a fatti gravissimi l’identità del Pd è un atto irresponsabile e falso“.
E’ Di Maio – conclude il Pd –  con il suo atteggiamento sprezzante, volgare e ottuso che strumentalizza e utilizza una vicenda drammatica che dovrebbe tenere unite tutte le istituzioni. Ma questo comportamento è solo l’ennesima conferma della pochezza di alcuni individui che stanno governando l’Italia. Il Pd ha dato mandato ai propri legali di sporgere querela per diffamazione e richiesta di risarcimento danni in sede civile“.

Il finanziamento 5 Stelle alla Onlus Hansel e Gretel

Non solo, ma, come già evidenziato su Wired, la onlus Hansel e Gretel, al centro dell’accusa nell’inchiesta di Bibbiano, era stata individuata dal Movimento 5 Stelle quale destinataria di un cospicuo finanziamento. A rivelarlo è stato un servizio di Nextquotidiano: “… Quello che però Di Maio non sa è che proprio la Onlus Hansel e Gretel è stata destinataria di una donazione da parte del MoVimento 5 Stelle Piemonte, che lo ha annunciato il 24 maggio 2019:

“Oggi consegniamo 195mila euro ad undici Associazioni di volontariato che, ognuna nel proprio settore, contribuiscono a migliorare la nostra Regione: Banco Alimentare, Fondazione Operti, Centro Studi Hansel e Gretel, Caritas, Società Meteorologica Italiana, Protezione Civile Coordinamento Piemonte, AIDO – Donatori organi, Unitrè Piemonte e ALMM – Lotta Malattie Mentali, CPD – Consulta persone in difficoltà, DIAPSI Piemonte”.

Specifica, inoltre, Nextquotidiano: “va registrato che la Onlus all’epoca della donazione da parte del M5S era già stata chiamata in causa dall’inchiesta Veleno di Pablo Trinca“.

Bibbiano e la consigliera M5S che si dimette per difendere un’indagata

Un altro elemento che sembra sfuggire a Di Maio è che la consigliera comunale M5S a Reggio Emilia Rossella Ognibene (e già candidata sindaca grillina) si è dimessa dal suo ruolo istituzionale per difendere una delle indagate nel caso Bibbiano: Federica Anghinolfi.

Osserva il sito Giornalettismo: “Una decisione, quella di Rossella Ognibene, legittima: le indagini, infatti, sono ancora a una fase iniziale e – nonostante Di Battista abbia già pronto un libro sul caso scoppiato meno di un mese fa – il suo lavoro di avvocato l’ha portata a prendere le difese di una delle accusate in questa dolorosa e lunga inchiesta partita dall’inchiesta ‘Angeli e Demoni’. Insomma, una politica del Movimento 5 Stelle che diventa la rappresentante legale di una delle accusate del caso Bibbiano fa riflettere molto sulla strumentalizzazione fatta dagli stessi pentastellati -in particolare dal loro leader – contro il Partito Democratico“.