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mercoledì 16 maggio 2012

PROVINCIA DI TREVISO: gli amministratori del PD per una IMU più giusta

Gli amministratori del Pd non valutano positivamente l’introduzione dell’IMU così come è stata formulata nella sua applicazione anticipata da parte del Governo Monti
Essa risponde soprattutto alle esigenze di riequilibrio dei conti pubblici ed in particolare a garantire maggiori entrate al bilancio dello Stato e risponde decisamente in misura minore al perseguimento di un disegno di tipo federalista. La rilevanza del gettito attribuita allo Stato e la limitata autonomia lasciata ai Comuni contrastano nettamente con la dizione municipale che connota questa imposta. I Comuni si sentono chiamati in questo caso a svolgere principalmente un ruolo di esattori per conto dello Stato. A questi limiti si aggiungono le difficoltà legate alla incertezza e ad una certa confusione che ha accompagnato la sua  formulazione ed accompagnerà la sua applicazione.
Non risulta pertanto facile la comunicazione con i propri cittadini da parte dei Sindaci, chiamati a spiegare le ragioni che hanno costretto a misure economiche pesanti. Ed in questo contesto vanno richiamate le responsabilità delle forze politiche che hanno governato negli anni precedenti e che non hanno certamente lavorato per impedire che il nostro paese precipitasse in una pericolosa e grave crisi economica e finanziaria.
Da qui allora la volontà degli amministratori del Pd di non dare spazio alle posizioni strumentali e demagogiche portate avanti dalla Lega e dal Pdl proprio sul problema dell’IMU. Le prese di posizione rispondono al tentativo di ricercare un facile consenso anche ai fini elettorali sottolineando la propria contrarietà o comunque un distacco nei confronti di misure economiche impopolari. Ma allo stesso tempo si cerca di nascondere o far dimenticare  le proprie responsabilità nella gestione governativa,  a partire dalla scelta di abolire l’Ici. Queste prese di posizione da parte di alcune forze politiche sembrano aver contagiato l’Anci nazionale che dalle critiche all’IMU sembra ricavare ed esprimere in alcuni slogan la necessità di un “rifiuto” dell’Imu. Una presa di posizione che suscita perplessità in molti amministratori, specie se si tiene conto della debolezza con cui si sono affrontati nel recente passato alcuni confronti con il Governo.
Dal confronto tra gli amministratori sono emerse inoltre alcune indicazioni su come affrontare l’applicazione dell’Imu, che di seguito riassumiamo brevemente.
- Una prima indicazione emersa è quella di evitare di intervenire con un aumento delle aliquote base sia sulle prime abitazioni, sia sugli immobili adibiti ad attività produttive. Il peso fiscale che già grava su famiglie e imprese è elevato e va evitato ogni ulteriore appesantimento. Valutazioni diverse possono essere fatte per le seconde case ed in particolare per le case sfitte, per le quali alcune Amministrazioni hanno previsto di intervenire con una aliquota più elevata.
Va fatto notare che dalle simulazioni effettuate da varie Amministrazioni l’applicazione dell’aliquota ordinaria sulla prima abitazione non fa emergere un quadro preoccupante, con un forte impatto sulle famiglie. Le rendite catastali, anche rivalutate, non presentano infatti nella nostra realtà valori molto elevati e pertanto non comportano ripercussioni pesanti sulle famiglie con abitazioni non di lusso. Rimane il problema, presente in maniera diffusa nel nostro territorio, dell’abitazione data in uso gratuito dal padre al figlio o viceversa e che viene trattata come fosse una seconda abitazione nella attuale formulazione dell’Imu.
L’aliquota base sugli immobili produttivi comporta invece  in generale un appesantimento della tassazione sulle attività produttive rispetto alla situazione precedente con l’Ici ( anche se per una valutazione più precisa va considerata l’abolizione dell’Irpef sui redditi di questi beni). Sono possibili scelte articolate per favorire  alcune attività produttive secondo obiettivi che si ritengono importanti per la realtà locale. 
Preoccupazioni vengono espresse dagli Amministratori con riferimento alla sovrastima del gettito dell’Imu. Questo pericolo aggrava le difficoltà finanziarie già presenti per effetto dei tagli nei trasferimenti dovuti alle manovre di questi ultimi anni.
La necessità di far fronte alla carenza di risorse ha portato alcune Amministrazioni ad affrontare questo problema facendo ricorso all’addizionale Irpef, in luogo dell’aumento delle aliquote IMU, applicando aliquote differenziate e crescenti  per scaglioni di reddito. In altri termini utilizzando l’addizionale in maniera progressiva, con aliquote più elevate per le fasce di reddito più alte e  preservando in tal modo da una imposizione maggiore i percettori di redditi bassi.
-  La richiesta degli Amministratori è che possa essere superata quanto prima l’attuale situazione di emergenza e che l’Imu diventi a tutti gli effetti una imposta municipale. Per costruire un autentico federalismo fondato su una vera autonomia finanziaria degli Enti Locali è necessario che l’Imu sia per intero attribuita ai Comuni.