UNA BATTAGLIA INIZIATA QUARANT'ANNI FA PER MANTENERE FUNZIONALE L'OSPEDALE DI MONTEBELLUNA.
Il Comitato per l'Ospedale di Montebelluna mantiene viva l'attenzione su questa importante struttura a sevizio del territorio.
Una breve storia delle battaglie sostenute dalla gente per il mantenimento dell'Ospedale di Montebelluna. Il Partito Democratico di Cornuda è affianco alla comunità per il mantenimento e contro l'operazione di smantellamento della struttura ospedaliera di Montebelluna.
Nel 1975 c'erano 2500 posti letto tra Crespano d.G., Asolo, Pederobba, Valdobbiadene, Montebelluna e Castelfranco V.
Oggi sono meno di 800 reali. Crespano è stato chiuso negli anni ottanta, poi Pederobba nel 1985. Inizio anni novanta Asolo e, poco dopo, Valdobbiadene. Nel 1994 siamo andati con i sindaci a Venezia per impedire la chiusura del Pronto Soccorso di Montebelluna (raccolte allora 36000 firme).
Il presidente di allora che diceva al Direttore Generale regionale della sanità: "oggi ci sono quelli di Montebelluna, anche loro non sanno che saranno chiusi". Le battaglie, con l'amministrazione dell'ULSS è stata continua negli anni successivi. Due terzi della popolazione avevano un terzo delle risorse.
Scontro diretto con Dal Bello per aprire la rianimazione e qualificare l'Ospedale. La battaglia per la costruzione della piastra servizi con il nuovo Pronto soccorso, la radiologia, la cardiologia e le sale operatorie che chi comandava non voleva, anche se c'erano i soldi stanziati da anni.
L'accorpamento dei reparti rimasti all'ospedale vecchio: geriatria, neurologia e pediatria.
Nel progetto esecutivo non erano previsti gli ascensori tra i piani. In un Consiglio Comunale di Montebelluna, l'allora Consigliere Comunale Silvio Tessari, disse al sindaco Zaffaina: <>.
E' cronaca più recente che il progatto del nuovo ospedale non prevedeva l'antisismica per cui la Regione lo ha bocciato. A quel punto eravamo spacciati. Per fortuna è stato fatto un progetto diverso ed oggi abbiamo, dal punto di vista logistico e di spesa uno degli ospedali migliori d'Italia. Pochi anni fa abbiamo raccolto 22000 firme (molti dicevano che era inutile che ormai la partita era persa) nonostante il boicottaggio anche da parte di qualche sindaco. Qualcuno voleva chiudere la chirurgia, la radiologia e la cardiologia.
Oggi questi "maledetti" ci riprovano. E'opportuno rinnovare la nostra battaglia ed affidarci, nel prossimo appuntamento per le elezioni regionali, il 31 marzo 2015, a rappresentanti seri e del territorio che sappiano tenere viva l'attenzione su questa importante struttura. Ne va della salute di tutti.