Quattro miliardi per il rinnovo dei mezzi pubblici
20 gennaio 2017 - Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio è intervenuto
al convegno organizzato dall'Associazione nazionale delle aziende di
trasporto pubblico locale (Asstra) 'Trasporti Pubblici: investire per il
futuro'.
Nel corso del suo intervento il Ministro ha parlato di un piano di
investimenti da 4 miliardi per il rinnovo dei mezzi pubblici: "Abbiamo
voluto mettere in campo un Piano di investimenti che supera i 4
miliardi, che, con il cofinanziamento possono arrivare a oltre 7
miliardi. Il primo punto su cui ci si è concentrati è il rinnovo del
parco mezzi, ormai obsoleto, con più di 8.000 autobus euro 0 o 1 nelle
grandi città: con queste risorse pensiamo di togliere 6.500 autobus
vecchi nei prossimi 16-18 mesi e sostituire 2.000 autobus l'anno nei
prossimi anni.
Abbiamo bisogno di rinnovare il parco autobus e il parco materiale
rotabile del trasporto su ferro regionale, lo dobbiamo ai milioni di
cittadini che, purtroppo, per tanti anni hanno dovuto subire disagi per
la vetustà del nostro parco rotabile, quindi questi investimenti sono
confermati. Sarà un investimento massiccio che partirà da subito e non
sono promesse ma fatti, sono soldi già trasferiti alle regioni e in
parte che arriveranno nei prossimi mesi. Credo che abbiamo messo in
campo un piano di investimenti che non c'è mai stato nella storia del
nostro Ppaese, che durerà per 20 anni e che darà certezza anche per
coloro che vorranno investire".
Questo il testo dell'intervento del Ministro Delrio:
"Vorrei illustrarvi l’orientamento strategico con cui ci stiamo muovendo.
C’è un problema di fondo.
Capire se il Tpl è una priorità e quindi mettere in campo azioni
concrete di supporto alle aziende di mobilità, un supporto con un’azione
prolungata nel tempo.
Abbiamo messo il tpl al centro dell’azione del Ministero in questi due anni.
Il problema dell’Italia non è la tecnologia, nel benchmarking
tecnologico rispetto agli altri Paesi l’Italia è all’avanguardia, penso a
Enel, penso all’Alta velocità.
Un problema enorme come una montagna è il tpl e la mobilità sostenibile.
Abbiamo discusso in questi giorni con la Germania della modulazione
delle emissioni nelle auto, quando abbiamo un parco mezzi pubblici che è
il più vecchio d’Europa e che gira per le città facendo disastri.
Quindi abbiamo scelto una strategia vera per le linee suburbane ferroviarie e una scelta forte sulle metropolitane.
Il gap dell’Italia è la mobilità urbana e sostenibile.
Sulla mobilità urbana abbiamo un problema enorme, il problema della
mobilità sostenibile con le città soffocate dal traffico con costi
interni ed esterni enormi. A Roma ci sono 65 auto ogni 100 abitante,
quando ce ne sono 30 a Berlino, 29 a Parigi.
Davanti a questa analisi, come dimostrare che abbiamo compiuto questa scelta.
Il Paese ha scelto una strategia molto chiara, quella di promuovere
gli investimenti sul tpl . Non ci sarà nessun cambiamento di rotta, non
penso sia consentito.
Abbiamo voluto mettere in campo un Piano di investimenti che supera i
4 miliardi, che, con il cofinanziamento possono arrivare a oltre 7
miliardi.
Il primo punto su cui ci si è concentrati è il rinnovo del parco
mezzi, ormai obsoleto, con più di 8.000 autobus euro 0 o 1 nelle grandi
città: con queste risorse pensiamo di togliere 6.500 autobus vecchi nei
prossimi 16-18 mesi e sostituire 2.000 autobus l'anno nei prossimi
anni.
Abbiamo bisogno di rinnovare il parco autobus e il parco materiale
rotabile del trasporto su ferro regionale, lo dobbiamo ai milioni di
cittadini che, purtroppo, per tanti anni hanno dovuto subire disagi per
la vetustà del nostro parco rotabile, quindi questi investimenti sono
confermati.
Sarà un investimento massiccio che partirà da subito e non sono
promesse ma fatti, sono soldi già trasferiti alle regioni e in parte
che arriveranno nei prossimi mesi.
Credo che abbiamo messo in campo un piano di investimenti che non c'è
mai stato nella storia del nostro paese, che durerà per 20 anni e che
darà certezza anche per coloro che vorranno investire.
Questa scelta consente non solo il rinnovo del parco mezzi, ma la
sostenibilità di una filiera industriale innovativa che ha una
prospettiva di più di un decennio davanti a sé.
Con la delibera finale di fondi Cipe di ottobre abbiamo previsto un
nuovo investimento pubblico da 1,3 mld per il miglioramento del
trasporto di massa nelle aree urbane e metropolitane.
Siamo in linea con la scelta forte dell’Europa per la decarbonizzazione.
E questo non riguarda solo il trasporto persone ma anche il trasporto
merci, perché nei prossimi 5 anni vogliamo trasferire il 50% delle
merci dalla gomma al ferro.
Grazie agli investimenti del Porto di Trieste, 600 mila Tir turchi
viaggiano direttamente dalle navi sulla ferrovia. E questo è possibile
farlo perché è stato introdotto lo sdoganamento in mare.
Gli incentivi che abbiamo messo, Marebonus e Ferrobonus, sono un altro segnale che si va in questa direzione.
Quindi la garanzia del finanziamento c’è.
Le aziende dovranno ripensare i modelli organizzativi superando la
spesa storica e senza penalizzare anzi rafforzando il servizio ai
cittadini.
La mobilità è un diritto. Se la salute è un diritto e come i lea
stabiliscono un diritto comune a tutti i cittadini, così nella mobilità
ci deve essere un diritto comune a tutti i cittadini.
Quello che voi state maneggiando è molto di più di un servizio di trasporti, è il diritto alla mobilità.
Prima di Martin Luther King, le lotte dei neri americani per il
diritto d’uguaglianza iniziarono con Rosa Parks che pretese il suo posto
come i bianchi su un autobus pubblico.
Quindi la misura dei costi standard per il tpl deve favorire questa
direzione, superando la spesa storica, che non va bene, e con la
penalizzazione delle inefficienze. E questo perché vogliamo migliorare i
diritti dei nostri cittadini.
Diritti che riguardano anche la sicurezza.
Sulla sicurezza ferroviaria abbiamo fatto un focus molto importante
con l’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria, dopo l’incidente
di Andria-Corato, per spingere le Regioni ad adottare gli adeguamenti
necessari. Adeguamenti che si erano bloccati per mancanza di risorse.
Ora ci sono 300 milioni e c’è il piano di riparto, regione per regione,
così come ci sono 300 milioni per la sicurezza delle dighe.
Siamo vicini quindi a quelle azioni che hanno la priorità.
La piena sicurezza del trasporto fa parte delle strategie che ci siamo dati.
E questo riguarda anche la sicurezza delle strade.
E’ importante la pianificazione, in un Paese volubile come l’Italia.
Per questo abbiamo orientato gli investimenti di Anas e delle
ferrovie verso la manutenzione e la sicurezza. Quindi abbiamo voluto che
Anas operi con la certezza delle risorse in piani quinquennali di
manutenzioni e che ci sia una cultura di investimenti anche per le
ferrovie regionali.
Ci sono 2 miliardi Fs per le ferrovie regionali per le reti non Av
che si aggiungono ai 9 più 9 dei contratti di programma 2015 e 2016. Nei
prossimi anni come Anas sposterà risorse su manutenzioni, così Fs
sposterà risorse su ferrovie regionali rispetto ai corridoi.
Per il rinnovo del parco mezzi le Regioni hanno già le risorse, i
primi milioni e si può partire con la sperimentazione della gara
centralizzata, con l’obiettivo di rinnovare il parco mezzi italiano.
Sulle manutenzioni stradali, sapete quanto sia importante per i vostri servizi la sicurezza della infrastrutture.
Anas ha ricevuto da noi l’indirizzo non di costruire nuove strade, ma compiere profonde manutenzioni.
Certamente ci sono direttrici storiche complicate e collegamenti da
rivedere, come quello tra l’Appennino e il mare. Interviene in questo
senso la Quadrilatero che abbiamo inaugurato.
Ci sono zone del paese di cui va migliorata la connettività e su
quelle dobbiamo intervenire. Dopo il terremoto di agosto abbiamo
iniziato ad esempio a lavorare a un piano di razionalizzazione delle
direttrici di quella zona.
Quindi analisi delle criticità e potenziamento della risposta, in particolare della manutenzione stradale che è centrale.
Su 2 miliardi di bandi Anas del 2016, 1,8 mld sono bandi per manutenzione, che rispondono al fortissimo indirizzo dato.
Così come stiamo ragionando sul passaggio di 7mila chilometri di strade dalle Province ad Anas.
Sul decreto Madia sul tpl.
Avremmo preferito che il decreto sui servizi pubblici fosse approvato
subito, ma il difetto procedurale notato dalla Corte Costituzionale ci
permette di valutare qualche piccola modifica nel nuovo decreto che
abbiamo intenzione di presentare.
Un decreto Infrastrutture e Trasporti con provvedimenti relativi
anche ad Anas e FS e le misure sul TPL e metteremo lì anche le norme per
l'upgrading del sistema, i bacini più piccoli, le gare, la lotta
all’evasione tariffaria.
Cercherò, ma non ve lo garantisco, di introdurre anche la detrazione
degli abbonamenti al tpl. Abbiamo messo detrazioni molto importanti su
sicurezza sismica, case, riqualificazione energetica. Credo sarebbe un
bellissimo segnale lavorare, da subito, anche alla detrazione degli
abbonamenti nel trasporto pubblico locale. Centralità del Tpl nelle
città vuol dire anche favorire l'utilizzo da parte dei cittadini. La
proposta che faro nelle prossime settimane andrà in questa direzione in
modo che le famiglie abbiano meno carico fiscale quando fanno
abbonamenti ai loro figli.
Quindi rinnovo del parco mezzi pubblici, politiche per la sostenibilità, manutenzioni, maggiori investimenti, programmazione.
Abbiamo molto lavoro da fare insieme, e se ciascuno di noi, ogni
giorno, il ministro come chi lavora nelle aziende di mobilità, pensa
ogni giorno a come soddisfare i diritti dei cittadini cui sono rivolti i
servizi di trasporto, faremo molta strada insieme".