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martedì 30 settembre 2014

CAVE: LE PROPOSTE DEL PD IN REGIONE VENETO


LEGGE SULLE CAVE.
Le proposte del Partito Democratico Veneto per una legge sulle cave che salvaguardi l'ambiente contro lo spreco del suolo.
Dopo 30 anni di immobilismo, la nuova disciplina delle attività estrattive deve contenere un forte tasso di innovazione. Altrimenti produrrà solo ulteriori danni. Il gruppo consiliare del partito democratico, pur consapevole che le contraddizioni e i contrasti interni alla maggioranza mettono a rischio l’iter della legge sulle cave, ha deciso di presentare un organico pacchetto di proposte. “Puntiamo a fare una buona legge”, spiega il capogruppo del Pd, Lucio Tiozzo, “e stimoliamo costruttivamente la maggioranza sulla possibilità di mantenere l’attività produttiva in un quadro di forte e rigorosa salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio”.
In sintesi, per il Pdv è necessario produrre una radicale innovazione nella normativa che porti alla riduzione drastica dei materiali scavati e a favorire il reimpiego di quelli derivanti dalle attività di costruzione e demolizione, come prevede espressamente l’Unione europea. Ciò permetterebbe di ridurre l’impatto delle cave nei confronti del paesaggio e otterrebbe anche un significativo risultato occupazionale.
La proposta del Pdv, si articola in 10 punti:
  • determinare una percentuale fissa e non derogabile di territorio scavabile (il 3% per la sabbia e la ghiaia)
  • favorire il riuso dei materiali provenienti da costruzione e demolizione, aumentando le tariffe per il conferimento in discarica e premiando il loro riutilizzo
  • introdurre norme che favoriscano gli imprenditori rispettosi delle regole e penalizzino coloro che le violano con un aumento delle sanzioni, con le sospensioni e la decadenza, se necessario, dalla concessione.
  • garantire la progressiva ricomposizione del terreno agricolo
  • impedire che le cave estinte siano trasformate in discariche, come prevede la legge
  • impedire il riutilizzo del suolo per attività diverse che non siano decise dai Comuni
  • stop alle cave in falda
  • stop al sistema delle proroghe e delle deroghe.
  • redazione e attuazione in tempi stretti del Piano Regionale delle Attività di Cava (PRAC) che permetta anche agli operatori del settore di conoscere con certezza le regole alle quali devono attenersi
  • disponibilità a trovare soluzioni per le realtà più critiche attraverso percorsi negoziali precisi, sotto il diretto controllo della regione e degli locali interessati.
Per arrivare a questo ambizioso risultato, sottolineano il relatore di minoranza della legge, Roberto Fasoli e il vice presidente della VII Commissione, Claudio Niero, “è necessario abbandonare le vecchie logiche utilizzate da chi si adopera perché nulla cambi. Siamo determinati a riformare il settore seguendo il percorso fatto in oltre due anni di lavoro in cui abbiamo coinvolto gli attori sociali, imprenditori, sindacati, i comuni e le associazioni di tutela dell’ambiente”. Tuttavia, avverte il consigliere, “non accetteremo compromessi al ribasso che puntino a imbalsamare l’attuale regolazione del settore. Noi vogliamo tutelare gli imprenditori rispettosi delle regole e dell’ambiente, soprattutto dai pochi “furbetti” che in questi anni, in assenza di norme precise e di controlli adeguati, hanno utilizzato il territorio come un bene di consumo di loro piena disponibilità, facendo scempio dell’ambiente”.