PONTE DI VIDOR. SERVE UNO “SBLOCCA VENETO”.
Riportiamo l'intervento di Laura Puppato in risposta alle falsità di Marcolin & Co. rispetto alla questione "Ponte di Vidor"
“Va ripristinata un po’ di verità attorno alla vicenda del ponte di Vidor, intervento di fondamentale importanza per la zona […]
“Va ripristinata un po’ di verità attorno alla vicenda del ponte di Vidor, intervento di fondamentale importanza per la zona del Quartier del Piave e della destra Piave che sto seguendo e sostenendo da anni assieme all’associazione “Il nuovo ponte di Vidor” che ne è stata l’ideatrice e la promotrice fin dal 2009. Leggo infatti con stupore le dichiarazioni rese dal deputato leghista Marcolin & Co. che con una assai discutibile trovata pubblicitaria vorrebbe che oggi competa esclusivamente allo Stato italiano il costo di realizzazione del Ponte sul fiume Piave. Lamenta infatti che non essendo stata inserita tra le opere finanziate con lo Sblocca Italia, questo sarebbe un segno di scarsa considerazione per i problemi della nostra zona.
Ma le bugie hanno le gambe corte. Contrariamente a Marcolin io c’ero negli incontri avuti con l’associazione e i sindaci della zona interessati all’opera, assieme al Presidente Muraro per la provincia, ai consiglieri Bond e Possamai per la Regione Veneto nonché allo stesso Gazzabin in rappresentanza di Zaia; ricordo bene come mai si fosse parlato di competenze statali ma, trattandosi di collegamento provinciale, di impegno per la Provincia di Treviso e la Regione del Veneto garantendo entrambe l’esito positivo del progetto.
Ricordo, solo per memoria storica, che a seguito di un ordine del giorno (da me presentato) e approvato in Consiglio Veneto si è riusciti a far partire l’iter con un incarico di studio di fattibilità alla soc. Regionale Veneto Strade nel 2011.
Non solo, rileggendo gli articoli apparsi nel frattempo, attinenti il ponte e il Casello di Santa Lucia di Piave, risulterà forte il mio invito a Muraro ad investire i milioni di euro disponibili a bilancio provinciale a favore del Ponte di Vidor piuttosto che per un inutile e dannoso casello sulle grave del Piave in località Santa Lucia. Ma si sa, ben poca coerenza si rinviene tra le dichiarazioni rese e le azioni attivate da questo ente.
Ma oggi al governo non ci sono più Lega e destra, dunque quale migliore occasione che cambiare le carte in tavola e considerare che i soldi, ora, devono essere tirati fuori tutti e subito dal Governo nazionale? In fondo c’è Renzi al governo, non la Lega, e quindi è più facile distogliere lo sguardo dalle proprie mancanze e dai propri colpevoli ritardi cercando colpevoli altrove.
Ma ancora una volta legge poco e male i documenti Marcolin, lo Sblocca Italia oltre a vedere interventi finanziabili di valenza nazionale, prescrive dovessero risultare finanziabili “opere appaltabili e cantierabili entro e non oltre il 31 agosto 2015!!” Ora di questo ponte non vi è ancora un progetto vero, definitivo o esecutivo, con costi e modalità costruttive certi, con quale spudoratezza ci si presenta a chiedere soldi per un opera mai progettata e per la quale non si sa neppure quanti soldi serviranno? La solita improvvisazione!
Non è facendo uscire il coniglio dal cappello a cilindro che si realizzeranno interventi prioritari come questo del ponte, mai seriamente fino ad ora preso in considerazione da Provincia e Regione, ma con una serie di atti – anche formali - che avviino finalmente le procedure per poter ottenere un cofinanziamento statale.
Le procedure identificate persino dallo stesso assessore Chisso negli incontri di Pieve del 28 marzo e di Vidor dell’11 aprile 2014 prevedono un progetto almeno definitivo e l’avvio dell’inserimento dell’opera negli interventi considerabili strategici dal CIPE. Per fare questo la Regione deve provvedere ed esprimersi chiedendone l’inserimento dopo aver presentato il progetto.
Alla luce di tutto questo trovo fortemente riprovevole il tentativo di Marcolin & Co. di effettuare lo scarica barile verso lo Stato ben sapendo di non avere ottemperato come Regione e Provincia ad uno solo dei propri compiti ed impegni assunti, ma di non avere neppure avviato l’iter per il riconoscimento del Ponte come opera strategica ai fini CIPE”.